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La morte di una persona cara è un’esperienza difficile che può sconvolgere la vita. Al fine di arginare almeno le conseguenze finanziarie, i coniugi, le persone in unione domestica registrata e i partner in concubinato designati come beneficiari hanno diritto a una rendita per partner. In aggiunta alla rendita per partner, a seconda del piano di previdenza è possibile assicurare un’ulteriore somma in caso di decesso. Anche i riscatti volontari sono trattati di norma come capitale supplementare in caso di decesso. Per verificare se avete capitali in caso di decesso assicurati a titolo integrativo, consultate il vostro certificato di previdenza: gli importi sono riportati alle voci «Somma in caso di decesso» e «Capitale supplementare in caso di decesso».
Nella previdenza professionale i partner possono essere designati come beneficiari in modo semplificato. A tal fine, i beneficiari devono esserci notificati dalla persona assicurata quando questa è ancora in vita. Ai conviventi e a tutte le persone che dispongono di una somma assicurata in caso di decesso o di un capitale supplementare in caso di decesso raccomandiamo di riflettere sulla determinazione dei beneficiari.
Nella dichiarazione beneficiaria si stabilisce chi riceverà i capitali in caso di decesso assicurati a titolo integrativo e in che proporzione. Per permettere una maggiore flessibilità nella determinazione dei beneficiari, ora avete la possibilità di assegnare il capitale in caso di decesso in percentuale a uno specifico gruppo di persone, indipendentemente dalla relazione di coppia esistente.
Ora, il gruppo a può essere abbinato o subordinato ad altri gruppi e il capitale in caso di decesso può essere ripartito in quote all’interno di un gruppo a propria discrezione.
I conviventi fanno bene in ogni caso a riflettere sulla determinazione dei beneficiari. Nel nuovo regolamento vi sono tuttavia importanti cambiamenti da tenere presenti anche per le persone sposate e in unione domestica registrata. Infatti, il capitale in caso di decesso non spetta più automaticamente solo al coniuge/partner registrato o partner in concubinato designato come beneficiario bensì, in assenza di una dichiarazione beneficiaria, è ripartito in modo proporzionale tra detto partner e i figli aventi diritto alla rendita per orfani.
Una dichiarazione beneficiaria è necessaria se si desidera derogare alla nuova regola standard, vale a dire se non si desidera che eventuali coniugi e figli aventi diritto alla rendita per orfani siano beneficiari in parti uguali. Se, ad esempio, volete che vostra moglie o vostro marito riceva l’intero capitale in caso di decesso nonostante la presenza di figli aventi diritto alla rendita per orfani, è necessaria una dichiarazione beneficiaria. Lo stesso dicasi nel caso in cui debbano essere considerati sia i figli aventi diritto alla rendita per orfani sia quelli non aventi diritto alla rendita (ad esempio di età superiore ai 25 anni o che lavorano). E, naturalmente, se convivete (concubinato) da oltre cinque anni e desiderate che il vostro convivente riceva il vostro capitale in caso di decesso. Gli esempi non sono esaustivi. La nuova regolamentazione di Asga è stata pensata per consentire di tenere in debito conto strutture familiari e relazionali anche più complesse.
Cogliete quindi l’occasione di determinare personalmente le quote di ripartizione con una dichiarazione beneficiaria. Vi consigliamo pertanto di verificare la vostra situazione personale, anche se siete sposati, vivete in unione domestica registrata o avete già presentato una dichiarazione beneficiaria. Fateci sapere chi volete designare come beneficiari. Qui abbiamo raccolto per voi ulteriori informazioni.
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